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La Maddalena tra mare cristallino, natura incontaminata e storie misteriose

Writer's picture: viaggiodacasaviaggiodacasa

Updated: Mar 24, 2021



"Mare, mare, mare

Ma che voglia di arrivare lì da te, da te

Sto accelerando e adesso ormai ti prendo"

Canta Luca Carboni mentre oggi 1 Maggio sono a Roma bloccata alla mia scrivania, invece che essere in spiaggia come tutti gli anni... Ah il mare, sembra quasi un ricordo lontano, scorro le foto e vedo questa, così vista la mia insaziabile voglia di estate, sabbia bianca e acqua cristallina, decido di fare un salto nel tempo e ti porto con me alla scoperta dell'Arcipelago de La Maddalena. Situato a cavallo fra Sardegna e Corsica (Francia) è costituito da 60 tra isole e isolotti disabitati e dal 1994 fa parte del parco omonimo che comprende oltre 180km di coste.

Meta ideale per una vacanza o per una breve fuga di relax, queste isole hanno molto da offrire ai turisti che restano ammaliati dalla bellezza delle sue acque, dai paesaggi mozzafiato e dai suoi simpatici e disponibili abitanti.

Per visitarle consiglio un’escursione oppure di chiedere ad un abitante se vi porta in mare con lui, non ve ne pentirete! Vista la presenza di secche e fondali particolari che richiedono esperienza e conoscenza del territorio, non conviene avventurarsi da soli, te lo dico per esperienza personale…

LA MADDALENA

Il nostro viaggio parte dall'isola maggiore, nonchè unico centro abitato, ovvero La Maddalena, da qui è possibile fare un giro nella deliziosa cittadina che ti accoglie con il suo elegante porto, le sue viuzze piene di turisti ed i suoi vecchi negozi in palazzine colorate.

L’attrazione principale dell’isola restano però le sue spiagge da sogno, quindi non perdiamo tempo e andiamo a scoprirle!

Proseguendo sulla strada costiera la prima spiaggia che incontriamo è Punta Tegge, un paradiso per gli amanti dello snorkeling e non solo. Questa è rinomata per i suoi suggestivi scogli rosa che si immergono nelle acque verde-azzurro. Sulle rocce granitiche dalle mille forme, si trova il forziere del 1886, realizzato per controllare l’accesso all’isola, ma di quel passato bellico sembra esser rimasta solamente l’ombra delle sue costruzioni.

Dopo una rigenerante nuotata, attenzione ai ricci(!!) ed una bella bruschetta al famosissimo Bar Zio Antò aperto tutto l’anno, si prosegue su Via Padule e in pochi minuti raggiungiamo Punta Nido d’Aquila, che prende il nome dalla presenza di nidi del falco pescatore.

Questa spiaggia è caratterizzata da sabbia fine di colore beige chiaro e scogli levigati a pelo d’acqua. Il mare cristallino varia dall’azzurro, al blu e turchese e dialoga con la macchia mediterranea che si trova alle spalle della spiaggia.

Punta Tegge


A pochi passi da qui si trova Cala Francese, una baia dove è presente la Cava da cui prende il nome, utilizzata per estrarre il granito fino al 1930, usato per realizzare importanti opere come il basamento della Statua della Libertà a New York. La cava ormai dismessa è visitabile e nei pressi vi sono gli ex alloggi per gli scalpellini, riconvertiti in un residence.

Sempre nelle vicinanze vi è la Batteria militare Carlotto costituita da una banchina, una caserma e postazioni antiaeree mimetizzate.

Nello stesso territorio, su un macigno di granito a picco sul mare, vi è la piccolissima Cappella della Madonnetta, meta dei fedeli devoti alla piccola statua di Maria, salvatrice dai pericoli del mare. Realizzata per volere del maddalenino Michele Scotto, il quale in preda ad una tempesta, pregò la Vergine che lo salvasse e trovò riparo su questo scoglio.

Proseguiamo lungo questa costa ricca di insenature una più bella dell’altra per avventurarci a Cala d’Inferno, raggiungibile a piedi lungo un sentiero scosceso immerso nella vegetazione. Qui la sabbia chiara è in contrasto con il mare verde azzurro e le rocce granitiche che circondano la spiaggia. Solitamente poco affollata per via del maestrale che vi si abbatte e che rende il mare particolarmente mosso.

Salendo verso nord incontriamo Bassa Trinità con le sue 3 calette collegate tra loro, caratterizzate dalla bianchissima sabbia di granito e da una fitta e colorata vegetazione. Il nome deriva dalla Chiesetta della Trinità costruita dopo l’occupazione dell’isola (1767) su un’ex insediamento corso.



Superato il Villaggio Touring ci imbattiamo nella Spiaggia Monti d’à Rena dove il litorale ampio, la sabbia chiara e il mare cristallino attirano molti turisti, se non ti piace la confusione non fa per te.

A pochi passi, immerso nel mare verde-azzurro brillante, si trova l’Isolotto del Cardellino che richiama la forma dell'uccellino, con antistante una spiaggia dorata dal fondale molto basso, perfetta per famiglie con bambini.

Riscendendo verso il punto di partenza non possiamo non fare sostare alla Baia di Spalmatore, una delle poche attrezzate dell’isola, incastonata tra la verde macchia, le rocce rosa e il mare azzurro cristallino.

Tornati in città è tempo di cenare in un delizioso ristorantino al porto dove gustare piatti tipici realizzati con prodotti rigorosamente locali e freschissimi. Un esempio? La pescatrice alla Maddalenina a base di rana pescatrice, fagioli, finocchietti, pomodori secchi, olive sarde, alloro e cipolla, un tripudio di sapori che non dimenticherete!


SANTA MARIA

Dopo aver prenotato un tour o fatto amicizia con qualche isolano, si parte alla scoperta delle isole minori. La prima che incontriamo è Santa Maria, situata tra Razzoli e Budelli, da cui è separata da stretti e bassi bracci di mare come il Passo degli Asinelli profondo appena 50 cm.

Il nome deriva da un'antica chiesa annessa ad un convento benedettino, distrutta dai Turchi a fine '500, gli unici superstiti di tale edificio sono i ormai inglobati nella casa del pastore che vive sull'isola.


Sulla costa meridionale si trova Cala Santa Maria dalla bianchissima e finissima sabbia bagnata da acque cristalline e rocce rosa dalle forme più variegate.

Il fondale dolcemente diventa più profondo e dà l'impressione di essere in una grande piscina naturale dal fascino unico.

Alle spalle della spiaggia, per chi vuole avventurarsi, vi è il Padule, una piccola palude di acqua salmastra in cui nidificano numerosi uccelli. Non è un caso che la bellezza incontaminata di questo posto e la sua pace abbiano ispirato Benigni per la realizzazione del pluripremiato film "La Vita è Bella".



Cala Santa Maria


BUDELLI

Ci spostiamo verso l'isola di Budelli con la sua spiaggia Rosa, famosa in tutto il mondo, questa deve il suo colore a un microrganismo rosa che vive nella posidonia all’interno di gusci e conchiglie, trasportato a riva dalla corrente. A causa dell'alto numero di turisti che in passato hanno portato via la sabbia come souvenir, è chiusa al pubblico ed è possibile osservarla solamente dalle imbarcazioni.

Tutta l'isola dal 2016 è sotto la tutela del Parco nazionale perciò è possibile visitarla a distanza con guide locali.

Non disperarti se non puoi prendere il sola sulla spiaggia rosa, sono certa che la meravigliosa sabbia bianca e impalpabile che scivola nelle acque celesti della Spiaggia del Cavaliere, ti faranno dimenticare la delusione. Il mare che ne lambisce la riva è di un celeste ineguagliabile, quasi irreale è noto come Manto della Madonna, perchè evoca un tessuto divino e navigare sopra questi fondali è un'emozione unica, ho ancora i brividi!


Manto della Madonna



SPARGI

Dopo un bagno in queste magiche acque ci spostiamo verso la vicina isola di Spargi un paradiso per gli amanti del diving per via di alcuni speciali abitanti dei suoi fondali. L'isola da sempre disabitata, è la terza più grande del parco nazionale dell’arcipelago. E' fiancheggiata dalla sorella minore Spargiotto, dove nidificano il raro cormorano dal ciuffo, il gabbiano corso e l'uccello delle tempeste. Mentre ad ovest emerge Spargiottello con la sua moltitudine di specie marine. Da non perdere la Secca di Washington, a largo di punta Zanotto, nota per i suoi fondali tinti dal rosso delle gorgonie e il Relitto di Spargi, una nave romana (di 35 metri) del II secolo a.C., che trasportava anfore ed il cui carico in parte è esposto al Museo Nino Lamboglia della Maddalena.


Spargi


RAZZOLI

Concludiamo la nostra escursione con una visita a Razzoli isola disabitata e molto selvaggia, sulla quale aleggiano misteriose leggende... Separata da Santa Maria dal Passo degli Asinelli, sulla sommità a picco sul mare si erge il faro ottocentesco, la cui luce arrivava fino a 22 miglia dalla costa (non più attivo e sostituito da uno moderno). Per raggiungerlo è necessario ormeggiare a Cala Lunga, una caletta con spiaggia bianca finissima e il solito meraviglioso mare che circonda quest'arcipelago. Da qui si prende una mulattiera (lunga 2km) dove vi è un vecchio binario che in passato era utilizzato dagli abitanti del faro per trasportare cibo e combustibile, ottima idea! Man mano che si prosegue si nota una piccola insenatura adiacente a Cala Lunga, ma separata da un vasto sperone appuntito è la Cala dei Morti che prende questa denominazione perchè vi naufragarono diverse imbarcazioni a causa dei venti forti, del fondale irregolare. Lungo il sentiero si nota una una tomba avvolta dal mistero...

Secondo alcuni è la tomba di una giovane donna, figlia di un fanalista, morta di parto, dicono che di notte si odono ancora i suoi lamenti strazianti. Per altri conserva i corpi di due marinai francesi naufragati nel 1855 a seguito di una violentissima tempesta, who knows...

Leggende a parte, dal faro si gode di un panorama che toglie il respiro, sembra di toccare le Bocche di Bonifacio, direi ne è valsa la pena avventurarsi tra la fitta vegetazione tipica di quest'isola.



Scogli di Razzoli


Piano piano, con il cuore colmo di gioia per questa bellissima esperienza, ci avviamo verso il nostro porto salvo. Dopo un apericena sul lungomare è tempo di gustare un tipico dolce sardo: la Seadas al formaggio di pecora, è facile trovarle sull'isola ma quella che ho mangiato a la Pasticceria Abat Jour è imbattibile, provare per credere! Magari accompagnata da un buon vinello, una passeggiata ed il gioco è fatto!


Con il sapore acidulo e dolce al tempo stesso di questa prelibatezza torno alla realtà, ed è tempo di cenare, peccato che non ho nè la rana pescatrice nè le seadas...


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