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Subiaco ed i suoi monasteri

Writer's picture: viaggiodacasaviaggiodacasa

Updated: Mar 24, 2021



E' mattino la giornata ancora non sa che piega prenderà, un attimo piove ma dopo poco esce il sole, poi vento ed afa, mentre decide quel che vuol fare cerco un posto vicino Roma dove rifugiarmi. Dopo una breve consultazione del mio infinito elenco sui luoghi da vedere decido quale spuntare, sarà il tempo ma non ho voglia di mare, così visto che vivo in una delle Regioni più ricche di edifici religiosi e di culto, salgo in macchina e mi dirigo verso Subiaco.


Subiaco è una cittadina apprezzata sin dall'antichità per la presenza del fiume Aniene, affluente del Tevere, tant'è che l’imperatore Nerone la scelse per costruirvi una splendida villa estiva che si affacciava nei “Simbruina stagna”, ovvero i 3 laghi artificiali realizzati appositamente per il padrone di casa. La residenza che si estendeva per 75 ettari, era ornata con statue, mosaici, terme, terrazzamenti, ma era la presenza dell'Aniene a costituire il fulcro visto che l’imperatore necessitava di fare bagni freddi per alleviare alcuni dolori. Il limpido fiume un tempo era sormontato da ponti romani di cui ne restano pochi ruderi, mentre integro è il Ponte di San Francesco dove lasciarsi cullare dal lento scorrere delle acque che alimentano il lago di San Benedetto. Questo probabilmente è uno dei tre bacini artificiali creato dall'imperatore; una leggenda vuole che proprio qui pescasse con una rete d’oro, una delle sue bizzarrie… Questo specchio d’acqua, avvolto dalla rigogliosa ed incontaminata natura è animato dalla Cascata Cillittinu, dove è possibile fare anche rafting! Dopo una rinfrescante passeggiata invece di proseguire per le vie del paese che conosco bene (molto carino, da vedere), mi dirigo verso Jenne, prendo la Via dei Monasteri e dopo poco mi fermo per la mia prima vera sosta.


Il Monastero di Santa Scolastica è il primo che incontro, dedicato alla sorella di San Benedetto, realizzato nel 520 è il più antico monastero benedettino al mondo e l’unico conservato dei 13 realizzati nella zona sublacense. Qui per secoli vissero eremiti e monaci, dediti alla contemplazione ed alla preghiera. La costruzione di questo essendosi protratta per diversi secoli presenta diversi stili architettonici che lo rendono una struttura unica, vivace ed estremamente interessante, con una vista a picco sulla valle. All'interno si susseguono tre chiostri, uno più bello dell'altro e ben diversi tra loro, su cui svetta il campanile romanico con trifore costruito nel 1052-1053 dall'abate Umberto. Il chiostro cosmatesco del 1200, rettangolare in pietra calcarea e marmo mi ha colpita con le sue colonnine binate e tortili che creano giochi di luce molto interessanti. Proseguo e dopo pochi passi eccone un altro ma in stile gotico, a mio avviso più "serio",ma con un vivace giardino con rose coloratissime e profumatissime, mentre spicca al centro il pozzo sormontato da un architrave romano su colonne provenienti dalla Villa di Nerone, davvero bello. Nell'attraversarlo finisco nell'ultimo chiostro che poco ha a che vedere con i precedenti, presenta un'architettura più moderna infatti, fu terminato nel 1689; di pregio sono gli affreschi dei papi che visitarono il sito che lo decorano. Mentre visito l'interno severo ma ben strutturato, rimango quasi a bocca aperta davanti la vasta collezione di manoscritti e scopro che non è un caso, visto che il monastero è famoso perché nel 1465 due chierici tedeschi costruirono la prima tipografia italiana, che ampliò la già ricca biblioteca.


Tornando sulla strada maestra, proseguendo (in direzione sud/est) per 1,8km arrivo al Monastero di San Benedetto o Sacro Speco di Subiaco, così denominato perché si trova in una piccola cavità della roccia, a picco sulle gole dell’Aniene, da qui la vista è mozzafiato. Questo sito fu scelto da San Benedetto da Norcia per il suo eremitaggio ed in suo onore nel XII secolo venne eretto il complesso monastico, uno dei più alti ed importanti esempi di architettura religiosa rupestre laziale. La “soglia del paradiso”, altro nome che ha la struttura, è costituito da 2 chiese sovrapposte ed un susseguirsi di cappelle che seguono l'andamento della parete rocciosa su cui è aggrappato. In particolare la chiesa inferiore nota come la "Grotta" è decorata con un vivace e stupefacente ciclo di affreschi del XII-XV con storie della Vita di Cristo, Maria e San Benedetto. Tra le molte figure che si susseguono merita attenzione il più antico ritratto di San Francesco, il santo è presentato con il saio ed i capelli biondi, come mai vi chiederete San Francesco è qui? Perchè nel 1223 a seguito di un pellegrinaggio con il futuro pontefice Gregorio IX risiedette nel monastero; sempre legato alla figura del Santo è il Roveto Miracoloso, un roseto che egli stesso piantò sopra dei rovi quando San Benedetto vi si era fatto avvolgere per vincere la tentazione impura.


Dopo questo breve viaggio nella storia mi dirigo verso casa anche se una parte di me vorrebbe allungare verso Jenne, piccolo paese a 834 m sul livello del mare a picco sulla Alta Valle dell’Aniene, descritta da Antonio Fogazzaro come “greggia di casupole che il campanil governa”, ed è realmente così. Ricordo ancora il presepe vivente che si sviluppava lungo i vicoli, era tutta una festa, io ero piccina e mi divertivo ad intrufolarmi dappertutto, sin da piccola sono stata curiosa, o come mi definirebbero altri una "Maria Impiccetta"... Il borgo che risale all'Anno Mille ha una storia che va a braccetto con quella del Sacro Speco di Subiaco e il Monastero di Santa Scolastica tanto da esser conteso da quest'ultimo, trovando pace solamente nel XII sec e successivamente con la nascita del futuro papa Alessandro IV, il quale nacque nell'antico castello ora inglobato nella Chiesa della Madonna della Rocca, che domina l’intera vallata.

Mentre la mia mente vola lontano nei ricordi continuo la mia corsa verso casa, incontro un po'di traffico ma fa niente, oggi sono in buona compagnia...


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